Passeggiando per la Toscana

Passeggiando per la Toscana.

La Toscana è una meravigliosa regione italiana da scoprire e da assaporare…soprattutto a piedi!

Ecco 3 proposte di trekking che renderanno le tue escursioni nella natura ancora più stimolanti! 

IL SENTIERO DEI PITTORI (VICCHIO, FIRENZE, VALLE DEL MUGELLO)

Un sentiero dove arte, storia e natura si incontrano per permettere all’escursionista appassionato all’arte, di visitare i luoghi cari alle persone che sono davvero il vanto dell’Italia, e in particolare, della Toscana.

Stiamo parlando di Giotto, pittore e architetto, che visse a cavallo tra il 1200 e il 1300; del Beato Angelico, pittore, che visse tra il 1300 e il 1400; di Cimabue, pittore italiano contemporaneo di Giotto.

Una rosa di nomi sul palcoscenico di Vicchio, comune di Firenze, collegato a dei posti storici tramite tre sentieri ad anello, in parte sovrapposti, che conducono, appunto, alla casa di Giotto, sul colle di Vespignano, alla casa del Beato Angelico e al ponte di Ragnaia (o ponte di Cimabue) sul torrente Ensa, dove è avvenuto il famoso incontro tra Cimabue e un Giotto bambino, che era occupato a disegnare una pecora su una pietra.

ITINERARIO A – CIMABUE

Questo sentiero è il più lungo dei tre e presenta: il torrente Muccione, la casa di Giotto, il ponte Cimabue, il ponte Annibale, la pista turistica del Sieve sull’omonimo fiume, l’edificio estivo di Giosuè Carducci e il Ponte Vicchio sul fiume Sieve, la cui costruzione fu ordinata sul finire del 1200 dalla Repubblica Fiorentina per invitare gli abitanti di Monte Sassi a scendere per insediarsi nel comune.

Giosuè Carducci, a proposito, scrittore italiano che visse tra il 1800 e 1900, è un’altra persona che lasciò il segno a Vicchio quando, all’inizio del secolo scorso, presenziò ufficialmente all’istituzione della statua di Giotto nel centro del paese.

Percorso:

Lunghezza: 14 km

Tempo di percorrenza: 4 ore circa

Dislivello: 80 m

ITINERARIO B – GIOTTO

Questo sentiero coincide in parte con l’itinerario precedente, ma è più breve.

Percorso:

Lunghezza: 9 km

Tempo di percorrenza: 2,5 ore

Dislivello: 70 m

ITINERARIO C – BEATO ANGELICO

In questo itinerario, ci si dirige verso Lago Montelleri e Bosco di Mezzo, si oltrepassa il bosco e dei campi coltivati, fino a raggiungere la casa del Beato Angelico.

Percorso:

Lunghezza: 8,5 km

Tempo di percorrenza: 2,5 ore

Dislivello: 70 m

Oltre alle case dove sono nati i celebri pittori, i sentieri ci possono condurre, tra le altre cose, anche al Museo di arte sacra e agli Scavi di Poggio Colla.

ORRIDO DI BOTRI (BAGNI DI LUCCA)

In un’area naturale di 200 ettari, tutelata dal Corpo Forestale dello Stato, c’è un profondo canyon avvolto da una vegetazione fitta e rigogliosa, che è apprezzato non solo in Italia ma anche in Europa, tanto da essere conosciuto anche come “Il canyon della Toscana”: una gola calcarea formatasi con l’erosione del Rio Pelago, in uno scenario di rara bellezza.

Siamo nell’alta Val Fegana, ai piedi delle Tre Potenze e del Monte Rondinaio. La gola ha un aspetto che non lascia indifferenti, le sue pareti sono molto ripide e in alcuni punti raggiungono anche i 200 metri di altezza, in un paesaggio selvaggio e suggestivo, con una varietà di flora e fauna che rende ancora più interessante il luogo.

All’interno della gola troviamo muschi e felci, la cui crescita è favorita dall’ambiente umido e fresco. Salendo, vi è un altro tipo di vegetazione, con piante di aquilegia, silene, faggio, carpino nero, orniello, leccio, acero, salice, tiglio selvatico, maggiociondolo. Non mancano le specie floreali rare come l’insettivora Pinguicula.

Pullulano, in questo ambiente vario, a confermarne la biodiversità, animali come scoiattoli, daini, marmotte, puzzole e capre selvatiche. In particolare, l’aquila reale trova il luogo particolarmente ideale dove nidificare, tanto che è diventata l’animale simbolo della riserva, ma volano in quel cielo anche la poiana, il falco, il picchio muraiolo, la pernice rossa e il gufo reale.

Nel periodo estivo, quando la portata dell’acqua è minore, si può risalire un tratto sul letto del torrente, da Ponte a Gaio fino al punto chiamato Piscine, in un percorso complessivo di 4 ore tra andata e ritorno, suddiviso in queste tappe:

GUADINA

Dopo 30 minuti da Ponte a Gaio si trova un primo restringimento della gola, per un tratto di 80 metri.

PRIGIONI

Dopo altri 15 minuti, c’è un secondo restringimento, per un tratto di 500 metri da percorrere dentro l’acqua.

SOLCO GRANDE

SALTO DEI BECCHI

A 80 minuti dalla partenza è presente una piattaforma calcarea dove si possono scorgere le prime ‘marmitte’.

Da questo punto in poi il percorso diventa particolarmente impegnativo ed interessante soprattutto per gli escursionisti più esperti. Il consiglio è quello di procedere con la dovuta prudenza aiutandosi con le corde fisse presenti nella gola.

PISCINA

Dopo due ore di cammino c’è il punto di arrivo. Segue un sentiero alpinistico percorribile solamente con specifiche autorizzazioni.

È suggerito un abbigliamento da trekking, soprattutto per quanto riguarda le calzature che devono essere comode ed adeguate. È obbligatorio l’utilizzo del caschetto che verrà fornito all’ingresso della gola con l’acquisto del biglietto. Come si può dedurre, il percorso si sviluppa sui sassi e sulle rocce, anche bagnate, e in alcuni passaggi ci si immerge nell’acqua, perciò può essere molto utile tenere in auto un cambio di abiti asciutti!

IL SENTIERO DELLA BUCA DELLE FATE (PIANO DI MOMMIO, VERSILIA)

C’era una volta, migliaia di anni fa, un luogo di montagna, di roccia e di grandi abeti, dove vivevano mammut, iene, rinoceronti lanosi e uru, e nel cielo volavano enormi volatili. Ai piedi dei monti invece, abitavano stambecchi, cavalli, gatti selvatici e orsi delle caverne.

Gli uomini primitivi, data la quantità di animali da cacciare, vedevano in questo ambiente il luogo ideale per poterci vivere. Questa era la Versilia preistorica.

Oggi, in una piccola valle incastonata tra Piano di Mommio e Mommio di Castello, c’è un bosco con alcune grotte che raccontano la storia di quei nostri antenati paleolitici, dell’uomo di Neanderthal, dell’età del rame, di quel luogo popolato già 200.000 anni fa. Quelle grotte sono una delle prime, fondamentali testimonianze della presenza umana nel territorio di Lucca, e rappresentano antichissimi insediamenti umani ed animali visitabili percorrendo il sentiero della Buca delle Fate.

Dalle grotte, studiate a partire dagli anni ’60, sono stati rinvenuti reperti storici come sepolture e manufatti in pietra, che hanno permesso di scoprire le caratteristiche di quel luogo, migliaia di anni fa, di ricostruirne il clima e gli ambienti del passato.

La GROTTA DEL CAPRIOLO, la GROTTA DELLA IENA e la GROTTA DEL CAVALLO, narrano la storia del Paleolitico Medio. I nomi delle grotte derivano dai ritrovamenti che sono avvenuti all’interno, nello specifico ossa di animali quali capriolo, iena e cavallo oltre che orso delle caverne, leone, rinoceronte lanoso e mammut.

Inoltre sono stati rinvenuti strumenti utili all’uomo come manufatti in pietra, lame, vasellame ecc.

La GROTTA DEL FONDINETO sembra essere un luogo funebre, dedicato alla sepoltura. Sono emerse ossa umane insieme ad un bracciale di conchiglie e una collana.

Ma è nella BUCA DELLE FATE NORD che sono stati trovati i maggiori resti umani: qui vi erano sepolti almeno dieci uomini preistorici.

Nella BUCA DELLE FATE SUD invece, sono stati rinvenuti pochi resti umani, ma molti oggetti di uso comune nell’Età del rame.

Da Piano di Mommio a Massarosa, si può parcheggiare l’auto in piazza Martiri della Sassaia. Si segue via della Francesca e poi via Pastinovelli. Dopo una zona di uliveti vi è un’impegnativa salita!

Basta seguire le indicazioni per scorgere l’entrata del sentiero della Buca delle Fate, un anello di 5,5 km con un dislivello di 260 m, che praticato con la giusta immaginazione, ci porterà indietro di migliaia di anni. Si cammina nel bosco, dove un ruscello, cartelli didattici esplicativi, panchine per la sosta, aiutano a rendere perfetta l’escursione.

I reperti trovati con gli scavi sono collocati presso i Civici Musei di Villa Paolina a Viareggio.

“Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi.” Italo Calvino

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