Filippo Fontana: la mia testimonianza per Yowalk

Ecco la testimonianza di Filippo Fontana, esperto personal trainer e preparatore nel settore del fitness di Vicenza.

Sportivo sin da piccolo, Filippo è riuscito a trasformare la sua passione, grazie al suo impegno costante e alla sua dedizione, nel suo lavoro attuale.

Nello specifico, si occupa di Personal Training e preparazione in ambito atletico e bodybuilding con focus sulla ricomposizione corporea e allenamento al femminile.

Negli ultimi anni, ha perseguito un preciso e mirato obiettivo: riuscire a sfruttare al meglio l’insieme delle sue competenze e conoscenze al fine di diventare un coach del benessere a 360°, per riuscire così ad offrire un servizio di qualità completo per chi desidera raggiungere la migliore performance e forma fisica, in modo completamente sostenibile ed efficace.

Filippo collabora con diverse figure professionali come fisioterapisti, medici nell’ambito nutrizionale e chirurgico e con l’azienda Yowalk, per rendere più ricca la sua amata professione.

In seguito a questa breve presentazione, vi proponiamo l’articolo scritto direttamente da Filippo Fontana, ideale per comprendere l’importanza del benessere dei piedi e l’efficacia della FeetBoard™ Yowalk.

Buona lettura!

Filippo Fontana, Personal Trainer di Vicenza

Il nostro secondo cervello: “Il piede”.

Puoi pensare ai tuoi piedi come alle fondamenta di un edificio. Se le fondamenta cedono verso il basso, così farà l’edificio. Il tuo corpo funziona nella stessa maniera. Tu puoi raddrizzarti e correggerti, rinforzare i vari distretti muscolari, ma se le fondamenta non reggono, il sistema articolare e muscolare cederanno alle forze di gravità. I muscoli che potrebbero, senza eccessivo sforzo, sostenere una buona postura sono invece impegnati e affaticati incessantemente solo per mantenerti in posizione verticale.

Come mai i piedi sono così importanti per il nostro organismo? Hai mai sentito parlare delle catene cinetiche?

Per comprendere al meglio ciò che verrà spiegato, iniziamo con alcune nozioni importanti:

  • La catena cinetica è un sistema composto da segmenti rigidi, composti dalle nostre ossa el’apparato muscolare, tenuti insieme tramite giunzioni mobili, ovvero tendini e legamenti.
  • Il sistema scheletrico è interamente collegato tramite i muscoli, cartilagine, tendini e altre partifondamentali e, tramite la loro stimolazione, riesce a muoversi.
  • Il sistema articolare invece ha molto in comune con una scatola di trasmissione meccanica: quando si crea una rotazione in un’estremità, si trasmette attraverso l’intero corpo all’altra estremità, di conseguenza la presenza di uno squilibrio in una zona del corpo può portare ad un disequilibrio in un’altra zona.

Sindrome ascendente e discendente.

Quando siamo in presenza di uno squilibrio posturale è necessario considerare tutta la catena cinetica del nostro corpo per poter capire il meccanismo di mancato equilibrio che è andato a crearsi. Se la causa primaria dello squilibrio è rilevata a livello della zona relativa alla masticazione, il problema sarà considerato come sindrome discendente. Se il problema è prevalentemente ascendente significa che la causa parte dalle nostre fondamenta.

Pronazione e supinazione.

Potresti aver sentito parlare di pronazione e supinazione: se il piede è appoggiato verso l’interno avremo pronazione, se è sporgente verso l’esterno avremo una situazione di supinazione. Se i piedi hanno una pronazione importante, si noterà l’evidente rotazione interna delle gambe. Se vi è la presenza di supinazione, invece, le gambe presenteranno una rotazione verso l’esterno. Se i piedi sono diversi, altro caso fondamentale, una gamba lavorerà in modo leggermente diverso dall’altra e ciò spesso causa delle differenze di lunghezza funzionale.

Influenza sulla postura.

L’influenza che hanno i nostri piedi sulla postura attraverso la connessione creata dalle caviglie, è davvero importante. Per esempio, può provocare una rotazione interna o esterna degli arti inferiori. Le ginocchia riescono assorbire questo movimento rotazionale, ma fino ad un certo punto! Difatti, il movimento che parte dai nostri piedi arriva anche al bacino. L’anca sinistra e destra sono collegate attraverso il sacro e da rotazioni errate possono nascere diverse problematiche. In presenza di un’anca che ruota avanti rispetto all’altra, la parte superiore del corpo ruota, di solito lontano dall’anca più avanzata. Nella maggioranza dei casi, entrambi i fianchi sono ruotati in avanti, uno leggermente più dell’altro, l’intera base della colonna vertebrale è inclinata in avanti e questo ha un grande impatto sulla curvatura della schiena. Le curve cifotiche diverranno esagerate, si andrà a creare ulteriori pressioni sulla zona dorsale e nella parte lombare, protraendo anteriormente la schiena ed il collo. In considerazione di tali cambiamenti posturali e disequilibri, il mantenimento dell’equilibrio delle nostra fondamenta risulta di grande spessore. Se i nostri piedi sono in equilibrio, tutto il corpo sarà in un corretto allineamento.

La costituzione del nostro piede.

A livello osseo da 26 ossa, 20 muscoli, 31 articolazioni, e circa 100 legamenti, il tutto per permetterci un’alta resa in termini di funzione statica e dinamica. Le differenti articolazioni che compongono tale struttura, ciascuna con diversi gradi di libertà di movimento, ricoprono un ruolo fondamentale sia nella postura statica, sia nelle attività più dinamiche. A livello nervoso è composto da migliaia di terminazioni nervose che lo connettono con tutto l’organismo ed il nostro cervello. Ed è qui che è importante fare il punto, i nostri piedi essendo il nostro primo appoggio sul terreno che ce ne accorgiamo o meno comunicano incessantemente con il nostro cervello, creando, informazioni, abitudini, adattamenti, nell’istante e nel lungo periodo. La perfetta collaborazione tra le strutture del piede ha l’obiettivo di far lavorare in maniera ottimale e sinergica queste fondamenta. La nostra evoluzione nel tempo ha plasmato, creato ogni cambiamento funzionale nello schema motorio, mediante anche il miglioramento dell’anatomia attraverso differenti impieghi. Il piede, nella sua funzione principalmente motoria e statica, compie le sue azioni in particolar modo grazie alle sue capacità propriocettive.

Questa grande caratteristica neurofisiologica del piede, attraverso il contatto con la superficie su cui poggiamo, permette la funzione di effettore, ovvero deambulatoria o statica e sensoriale. Sotto l’aspetto sensoriale la nostra pianta del piede è composta da moltissimi recettori cutanei, articolari e muscolari, che si attivano attraverso il tatto. Essi rappresentano una fonte di informazioni esogene e propriocettive per il controllo e mantenimento della nostra postura consona ed equilibrio anche mentre ci muoviamo.

Ma la grande caratteristica del nostro piede è la sua struttura complessa, la sua efficienza neuro- muscolare e la sua capacità di rispondere agli eventi. fanno sì che il piede si auto-stabilizzi meccanicamente, tramite un gioco di forze di tensione e di decompressione che si ripartiscono e si equilibrano tra loro, così da renderlo una struttura tensegrile. Quindi possiamo anche intenderlo come un diaframma interposto tra forze esterne ovvero fattori esogeni e forza interne ovvero l muscolo stesso, che in esso si incontrano, si contrastano e infine si fondono per creare una condizione di equilibrio.

Il piede rientra in toto in quello che è chiamato sistema tonico Posturale, in cui vi sono tutte le altre strutture neurofisiologiche del nostro organismo che regolano i rapporti tra il nostro corpo e il mondo esterno. Il nostro organismo che riceve informazioni dagli occhi, dal derma, dai muscoli, dall’orecchio, è continuamente in grado di conoscere la nostra posizione nello spazio e di mettere in atto attraverso il piede tutte le variazioni necessarie del nostro schema corporeo, così da rispondere a necessità e stimoli.

Mantenere allenato il piede.

Se le capacità del nostro piede si addormentano, si incorre in infortuni, destabilizzazioni, posture in disequilibrio. È importante dunque allenare i nostri piedi, abituarli al movimento e a fargli fare il lavoro per cui sono nati e si sono evoluti. Spesso abituarlo ad una superficie elementare e troppo “protettiva” come l’involucro delle scarpe ma in questo modo l’attivazione della fascia plantare rimarrà attivamente limitata. Un esempio lo si può correlare all’allenamento con i sovraccarichi, in cui la maggior parte degli esercizi hanno la spinta motrice con partenza dalla pianta del piede, una forza propulsiva, ma se questa superficie senso-motoria non è pronta o non è stimolata nella maniera corretta l’esecuzione non sarà mai la migliore, e non andremo ad attivare nel modo corretto i distretti target. A volte ci si può imbattere in squilibri incidono sulla dinamica della contrazione muscolare come contratture o tensioni muscolari, spesso provocate da un alto livello di sedentarismo o eccessivo lavoro della parte stessa. La fascia plantare a volte è spesso trascurata o sovraccaricata nei protocolli di allenamento. È opportuno in questi casi aumentare l’attività cinestesica del piede o modificarla in modo opportuno, in altri è questione di sciogliere l’eccessiva tonicità muscolare e dei comparti annessi. Nella maggior parte dei casi troviamo situazioni di ipo attivazione (l’analfabetismo sensoriale). L’attivazione primaria su cui solitamente si va ad agire è la muscolatura estrinseca del piede, più specificatamente delle logge della zona anteriore, laterale e posteriore del piede con le rispettive attività supinatorie e pronatorie. La muscolatura intrinseca, ovvero suddivisa in strati, presenti nella zona plantare, è quella che comunemente va a creare la fascia plantare. Partendo dalla superficie plantare più esterna e spostandosi internamente verso la zona dorsale del piede si distinguono quattro strati: il primo strato ha una funzione di stabilizzazione e guida dei metatarsi rispetto al calcagno; Il secondo strato ha la funzione di compattare e stabilizzare il piede centralmente attraverso la gestione della flessione delle dita; Il terzo strato ha la funzione di gestire tutti i movimenti di tenuta e spinta delle dita; il quarto strato ha la funzione di stabilizzare a livello plantare e dorsale le ossa metatarsali.

Propriocezione e attivazione del piede.

Sebbene la stabilizzazione della volta plantare sia garantita dalla muscolatura estrinseca ed intrinseca del piede, quest’ultima ha scarsamente interessato la ricerca clinica ed è stata esiguamente studiata nel tempo. La muscolatura del piede attivandosi, ha una percezione aumentata e di conseguenza attraverso il trasferimento nei meridiani miofasciali, il corpo risponde migliorando la stabilità. Per l’attivazione di tale muscolatura del piede ci si può avvalere di protocolli di allenamento propriocettivi mediante dell’utilizzo di superfici irregolari e progressive, creando pressioni differenti sulle superfici, permettendo alla struttura plantare di “risvegliarsi” simile all’idea di un refresh e rieducare la propriocettività. Migliora così la sensibilità e stabilità, ovvero gli schemi senso-motori, il piede diventando recettivo risponderà meglio alle forze che dovrà fronteggiare. Queste superfici irregolari e progressive richiamano le superfici primitive, creano un percorso sensoriale e tramite il loro svariato utilizzo si possono creare differenti esercizi, dal lavoro statico al dinamico, dallo short foot alla riattivazione muscolare degli arti inferiori con sovraccarichi.

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